Passaporto Digitale: rivoluzione in arrivo anche per l'usato
Redazione di Leotron
La nuova direttiva europea sull’Ecodesign è alle porte e si prepara a sostituire l’ormai datata direttiva 2009/125/CE sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti. A marzo 2022 la Commissione Europea ha proposto il nuovo testo e nel corso del 2023 si sono espressi anche Consiglio e Parlamento Europeo. Ora manca solo l’approvazione del Parlamento Europeo e prima che questa sopraggiunga gli stakeholder stanno cercando di far inserire gli ultimi emendamenti. Tra gli elementi chiave della nuova norma c’è l’introduzione di un Passaporto Digitale del Prodotto (Digital Product Passports - DPP), “per la registrazione, il trattamento e la condivisione elettronici delle informazioni relative ai prodotti tra le imprese della catena di fornitura, le autorità e i consumatori”. Il DPP dovrà essere interoperabile con gli altri sistemi di tracciabilità in vigore, come quelli riguardanti i rifiuti (vedere l’articolo 188 bis del nostro Testo Unico Ambientale), e sarà messo a disposizione delle autorità doganali. L’introduzione del DPP, anche se in via molto generale, fa già parte della norma europea in quanto sancito dal Green Deal Plan. Alla direttiva sull’Ecodesign quindi spetta solo definire i dettagli.
Non è una novità da poco! il Passaporto conterrà un notevole pacchetto di informazioni, tra le quali:
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Codici univoci che identificano il singolo prodotto e gli operatori economici coinvolti nella sua produzione, distribuzione e gestione;
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Informazioni sulle prestazioni ambientali e tecniche del prodotto;
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Informazioni ai consumatori e ad altri utilizzatori finali sulle modalità di installazione, uso, manutenzione e riparazione del prodotto, al fine di ridurne al minimo l'impatto sull'ambiente e di assicurarne una durabilità ottimale, nonché sulle modalità di restituzione o di smaltimento del prodotto a fine vita;
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Informazioni per gli impianti di trattamento in merito allo smontaggio, al riciclaggio o allo smaltimento a fine vita.
Ad avere accesso a queste informazioni, dipendendo dalla situazione, saranno quindi gli operatori economici, i consumatori, gli operatori della riparazione, del recupero e dello smaltimento e le istituzioni pubbliche, ognuno con un proprio “livello di accesso”. Secondo Mark Mistry del Nickel Institute l’introduzione di questa tecnologia avrà un grande impatto sul mercato: “possiamo aspettarci che in futuro il passaporto digitale aiuterà i consumatori a valutare il livello di sostenibilità dei prodotti e a compiere di conseguenza le loro scelte d’acquisto”.
L’azienda specializzata Protokol riferisce in una nota che il DDP crea un “gemello digitale” del prodotto fisico in grado non solo di veicolare informazioni relative alla sua origine e alle sue caratteristiche tecniche, ma anche di tracciare le transazioni che lo riguardano. Il “gemello digitale” è comunemente associato al prodotto per mezzo di QR code, codice a barre o altre tecnologie come il NFC tagging, grazie alle quali il DDP è accessibile per mezzo di applicazioni per lo smartphone o analoghi device. “Per esempio un consumatore potrebbe fare lo scan di un codice QR inserito nell’etichetta di un vestito ed essere immediatamente ridirezionato al Passaporto Digitale del Prodotto associato per visionare le credenziali di sostenibilità del prodotto, conoscere lo storico dei suoi proprietari ed avere addirittura dettagli su come riciclarlo”.
Alcune associazioni di consumatori e di produttori hanno espresso perplessità sul tema della privacy e delle informazioni sensibili. Su questo aspetto Filippo Arena, partner dello studio legale Gatti Pavesi Bianchi Ludovici, intervistato dal Sole24ore (Oltreilgreen24, agosto 2023), sottolinea che “sarà utile individuare un modello base, che comporterà un’analisi tecnologica e legale per essere in linea con il regolamento già al momento della sua entrata in vigore ed evitare, in tal modo, possibili conseguenze negative”. E in materia di segreto aziendale, spiega che “essere trasparenti quanto alla composizione di un prodotto non si traduce nella possibilità di crearne uno identico. C’è di mezzo il know how, e quello non sarà oggetto di disclosure”.
Lo scorso Luglio, in anticipo rispetto all’approvazione della direttiva sull’Ecodesign, il Passaporto è diventato obbligatorio per le batterie (Regolamento Ue/2023/1542 relativo alle batterie e ai rifiuti di batterie) e già si sa che il prossimo turno tocca ai beni durevoli tessili (che nella definizione più ampia includono capi e accessori di abbigliamento, calzature e anche prodotti tessili casalinghi, come ad esempio le tovaglie e gli strofinacci). La Strategia europea per i tessili circolari e sostenibili inserisce infatti questo strumento tra le azioni chiave per garantirne la tracciabilità, circolarità e corretta gestione.
Quali scenari si aprono per gli operatori dell’usato? “Non è facilissimo prevederlo” spiega il CEO di Leotron Alessandro Giuliani “ma sembra chiaro che i modi di lavorare più tradizionali rischiano di essere espulsi dal sistema. Nell’ottica della circolarità integrare le filiere del riutilizzo nella tracciabilità del prodotto diventerà un’esigenza sempre più stringente, e ad essere favoriti saranno gli operatori in grado di implementare nella loro attività idonei software di gestione e quelli che non hanno zone grige nel sistema di approvvigionamento”.