Nuovo ATECO per l’usato conto terzi, come ci si è arrivati?
I 3000 operatori italiani dell’usato conto terzi hanno finalmente il loro codice ATECO: è il 47.91.10. La nuova classificazione ISTAT è entrata in vigore il primo gennaio 2025 ed è utilizzabile operativamente dal primo aprile. Una novità che risparmia agli imprenditori del settore numerosi mal di testa, fraintesi e assurdità operative, come ad esempio la difficoltà a giustificare di fronte all’Agenzia delle Entrate provvigioni di vendita del 50%, l’incompatibilità urbanistica di parcheggi e magazzini o l’obbligo, in alcune Regioni, di partecipare a corsi di formazione riguardanti l’intermediazione immobiliare. Sorgono inoltre importanti opportunità, come quella di essere inclusi a pieno titolo nelle politiche ambientali in virtù della propria attività di Riutilizzo. Abbiamo chiesto al patron di Leotron Alessandro Giuliani di spiegarci come si è arrivati a questo storico cambiamento.
Come è iniziato il percorso?
Quando si intraprende un’attività fortemente innovatrice le difficoltà di classificazione sono normali, non solo nel nostro ma in qualsiasi altro settore. Nel caso dell’usato conto terzi i limiti classificatori hanno da sempre generato conseguenze piuttosto pesanti: tant’è che la nostra centrale franchising ragiona da oltre vent’anni su come superare la situazione. Smuovere il sistema però non è facile.
Ma il sistema alla fine si è mosso. Come avete fatto?
Nel 2011 Leotron ha partecipato alla fondazione di Rete ONU, che è l’associazione italiana degli operatori dell’usato. È stato un passo chiave, perché le istituzioni non ascoltano le singole imprese, ma le categorie. Nel mondo delle aziende chi non ha un’associazione di categoria non ha il diritto di intervenire nei processi politici e normativi, ed è giusto che sia così, altrimenti favoritismi e squilibri sarebbero all’ordine del giorno. Rete ONU ha fin da subito inserito nella sua piattaforma di richieste alle istituzioni la creazione di uno specifico codice ATECO per i negozi conto terzi. Una piattaforma che, un paio d’anni dopo, nel 2013, sarebbe stata citata dal Piano Nazionale di Prevenzione, tuttora in vigore, dove si afferma che per incrementare il Riutilizzo in Italia occorre partire dalle richieste di Rete ONU.
Parliamo però del 2013. Ne è passata di acqua sotto i ponti!
I codici ATECO non vengono cambiati tutti i giorni. Si aprono delle finestre di revisione ogni tot anni, e a contare molto è la forza accumulata nel frattempo. Dopo l’inserimento della questione ATECO nella sua piattaforma il tam-tam di Rete ONU non si è mai fermato. Abbiamo portato la questione in una grande quantità di congressi, interviste ai media e proposte normative. Ed è nel quadro di questa battaglia categoriale che, nel 2019, sono stato audito dalle Commissioni Ambiente e Attività Produttive del Parlamento.
Dalle audizioni alla decisione del Comitato ATECO sono passati altri 5 anni…
Cinque anni in cui non ci siamo scoraggiati, nonostante l’instabilità del sistema politico. C’è stata la pandemia che ha bloccato tutto, poi è caduto il governo, è entrato un altro governo, è caduto pure il secondo governo e alla fine del 2022 se ne è insediato un altro. A ogni nuovo insediamento seguivano mesi di pausa istituzionale, in cui cambiavano i referenti, e bisognava ricominciare il discorso da capo. In Italia seguire la via politico-legislativa è difficile. Prendendo atto di questa situazione, abbiamo lavorato a lato, sui tavoli tecnici, con richieste martellanti, dal basso, operate non solo dall’associazione di categoria, ma anche dalle singole aziende negli ambiti ad esse spettanti. Gli affiliati di Leotron, ad esempio, hanno inviato, nel corso di un triennio, almeno 200 segnalazioni all’Agenzia delle Entrate. Segnalazioni standard, predisposte dai nostri specialisti, che poi l’Agenzia delle Entrate ha riportato al Comitato ATECO.
Grado di felicità?
Mille per cento. Prima di festeggiare abbiamo atteso, perché andava analizzata con gli specialisti la coerenza dell’ATECO con i modelli organizzativi. Dopodiché, avendo verificato che tutto è perfettamente coerente, abbiamo brindato alla grande, e a brindare dovrebbe essere ogni singola famiglia che vive di questo lavoro.
Le letture che ti consigliamo per avvicinarti alla sostenibilità: