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Nuove opportunità per il mercato del riuso grazie ai giovani

Lunedì 20 Luglio 2020

Dopo i mesi in cui l'economia italiana si è dovuta fermare a causa del lockdown da COVID-19, le persone si sono date da fare per risollevare le sorti di un anno iniziato male. Il periodo di isolamento ha portato gran parte della popolazione a riflettere sul proprio futuro e, soprattutto, su cosa fosse necessario fare per ripartire più forti di prima ed evitare comportamenti consumistici assunti in passato. Il mercato dell'usato, già nel corso del 2019, aveva avuto una crescita importante rispetto all'anno prima e quest'evoluzione è destinata a rappresentare la soluzione per un futuro più roseo, soprattutto grazie ai giovani.

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Il mercato dell'usato vale 24 miliardi di euro

Con un report riferito al mercato dell'usato nel 2018, l'Osservatorio Second Hand Economy di BVA Doxa aveva stabilito che il suo valore ammontasse a 23 miliardi di euro.

Questo dato è cresciuto, arrivando a toccare il 24 miliardi di euro con l'ultimo report relativo all'anno 2019. La cifra in questione corrisponde all'1,3% del PIL italiano. È interessante constatare che questa crescita è stata possibile soprattutto grazie all'intensificazione del commercio online che da solo pesa 10,5 miliardi di euro. Quasi la metà del totale.

Dall'indagine emerge che 21 milioni di italiani abbiano comprato o venduto oggetti usati nel corso del 2019 e questo è un dato che fa ben sperare sulle nuove opportunità del mercato dell'usato.

Ad avvicinarsi sempre di più al settore del second hand sono le giovani famiglie che sfruttano, per lo più, il canale online. I principali settori coinvolti sono quelli relativi a "Casa e persona", "Sport e hobby" ma anche "Elettronica" e "Motori".

Si vende principalmente per liberarsi del superfluo, non sprecare e guadagnare. Dall'altro lato, si acquista per risparmiare, comprare pezzi unici, evitare sprechi.

In 5 anni il mercato dell'usato è cresciuto del 33% e le ricerche non lasciano dubbi sul fatto che questo trend sia in continuo aumento.

È interessante osservare le motivazioni per cui viene scelto il second hand:

  • Sostenibile per il 44%
  • Intelligente per il 40%
  • Dà valore alle cose per il 37%




La crescita del mercato dell'usato durante il periodo pandemico

La Royal Society for the Encouragement of Arts ha confermato che, durante la pandemia da COVID-19, il 28% delle persone prese come campione ha riutilizzato più capi d'abbigliamento rispetto a quanto non facesse prima della pandemia.

Sempre secondo la stessa ricerca, il 35% delle donne si è impegnato ad acquistare meno abiti in futuro, continuando con questa sana abitudine di regalare una seconda vita agli oggetti che non sono ancora pronti a diventare rifiuti.

La pandemia che ha colpito il mondo intero ha fatto percepire all'intera popolazione quanto la vita sia precaria, ma anche quanto sia possibile fare la differenza con i nostri pensieri, le nostre azioni e i nostri ideali.




Una scelta green da parte della Generazione Z

L'aspetto più interessante che è emerso dallo studio dell'Osservatorio Second Hand Economy di BVA Doxa è quello relativo alla Generazione Z. Con questa espressione si circoscrive quella fetta di popolazione nata tra la seconda metà degli anni '90 e la fine degli anni 2000.

Il 69% dei ragazzi della Generazione Z ha fatto second hand nel 2019. Per la stessa percentuale rappresenta una scelta sostenibile, mentre per il 57% costituisce una scelta intelligente.

Anche per loro il canale preferito è l'online, utilizzato dall'83% per vendere e dal 72% per acquistare. Vengono vendute soprattutto console e videogiochi, telefonia e articoli per lo sport con l'intento di guadagnare qualche soldo extra.

Coloro che acquistano, sempre nelle categorie citate, lo fanno sia per risparmiare che per comprare qualcosa che diversamente non potrebbero permettersi.

Il 71% degli intervistati da BVA Doxa ha dichiarato che il second hand sarà destinato a crescere nei prossimi cinque anni. È importante notare che per il 48% di loro, la maggioranza, rappresenta una scelta consapevole e più green.

Il periodo pandemico ha costretto molte persone a mutare i propri comportamenti, fino alla creazione di nuove abitudini sane che accompagneranno tutti noi nel futuro.

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