Consumo di usato in Italia: i nuovi numeri
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Consumo di usato in Italia: i nuovi numeri

Venerdì 09 Dicembre 2022

Redazione Leotron

In Italia l’usato diventa sempre più importante. Un’affermazione crescente che riguarda sia le politiche pubbliche (economia circolare, obiettivi di recupero e responsabilità estesa del produttore) che la dinamica di mercato.

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Un sintomo molto chiaro di questa tendenza è la moltiplicazione degli studi che descrivono il fenomeno. Sara Marazza ha realizzato per il blog Time2play un’interessante disamina di quattro studi messi a disposizione dalla piattaforma Statistico, integrandoli con un sondaggio applicato a una base rappresentativa di 1000 italiani. A fronte di ventiquattro miliardi e mezzo di euro di volume d’affari nel 2020, gli studi riconoscono nell’automotive la principale frazione oggetto di compravendita (quasi 11 miliardi), seguita da prodotti per la casa e la persona (5,6 miliardi), elettronica (3,8 miliardi), sport e hobbistica (2,9 miliardi) e telefonia (1,4 miliardi). Le Regioni dove ci sono più consumatori di beni di seconda mano sono le Marche, l’Emilia Romagna e la Basilicata (oltre 80% della popolazione), mentre i fanalini di coda sono Valle d’Aosta e Molise con circa un terzo della popolazione coinvolta. La media nazionale del consumo di usato è alta, molto più alta di quanto fosse appena solo 10 anni fa quando si assestava sotto il 50%. Il sondaggio compiuto da Time2play riferisce infatti che complessivamente, in Italia, ben il 73% degli intervistati ha dichiarato di acquistare usato. Grazie al sondaggio è stato anche possibile individuare i motivi per cui l’usato viene comprato oppure non comprato. Riportiamo qui di seguito i dati, ma non prima di dare un’avvertenza: il sondaggio non riferisce dei volumi d’acquisto di ogni singolo intervistato, quindi non è corretto dedurre dallo stesso conclusioni sul dimensionamento dei comparti di settore ai quali gli intervistati si riferiscono.




In poche parole, se un intervistato in un intero anno ha acquistato un solo fumetto usato al costo di due euro, il suo peso nel sondaggio equivale a quello di un intervistato che nel corso dell’anno ne ha spesi 6000 perché privilegia costantemente l’usato rispetto al nuovo. Il 43,6 % degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato usato da piattaforme online specializzate, in primis da Ebay (77%), Amazon (73%) Subito (73%), Kijiji (51%) e Vinted (48%). Il 32,8% compra da mercatini dell’usato, il 14,6% da negozi vintage, il 6,3% dalle reti sociali e il 2,7% direttamente da familiari e conoscenti. Su come interpretare i dati relativi all’online facciamo un’altra avvertenza: spesso gli operatori dell’usato vendono i loro oggetti mediante queste piattaforme, tra i segnali che lo dimostrano c’è l’agganciamento della crescita del fatturato degli operatori dell’usato con quello dei volumi d’affari che transitano nelle piattaforme (a questo proposito vedere il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021).




I motivi per cui gli intervistati comprano usato sono i seguenti: convenienza (49,5%), sostenibilità (32,1%), unicità (15,3%), rincaro dei prezzi del nuovo (3,1%). Interessante quindi prendere atto che il rapporto qualità-prezzo continua a dominare la domanda finale oltrepassando il 50% in quanto a driver di scelta (di questa quota, una piccola porzione è orientata dal fenomeno inflazionario contingente). Il driver della sostenibilità, con quasi un terzo delle preferenze, dimostra di avere un peso ormai molto importante, e appare, in misura significativa, anche il driver dell’unicità. Un driver, quest’ultimo, che a quanto argomentato da Giuliani e Luppi ne “La Rivincita dell’Usato”, è destinato a diventare sempre più importante e che in termini di mercato differenzierà l’usato di “pezzi unici” proposto dai negozianti conto terzi e dagli operatori tradizionali dalle nuove offerte di “usato standard” provenienti dalle grandi corporation nel quadro delle politiche industriali di economia circolare. I motivi per i quali una minoranza di italiani sceglie di non comprare usato sono invece i seguenti: “non mi piace l’idea di acquistare cose di altri (36,6%)”, “non ho negozi vintage vicino casa” (35,5%), “non trovo quello che cerco” (17,2%), “prezzo troppo elevato” (6,6%), “non trovo la mia taglia” (4).

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