ONLINE vs OFFLINE, una falsa questione
Il CEO della nota piattaforma online Subito, Giuseppe Pasceri, ha dichiarato in comunicato stampa che nel 2024 “l’economia dell’usato in Italia ha generato un valore di 27 miliardi di euro”, citando i dati di una ricerca commissionata da Subito al centro di ricerca Doxa. Secondo la ricerca, il 2024 sarebbe stato l’anno del “sorpasso” di siti e piattaforme online rispetto ai “mercatini tradizionali”. Questi dati si fondano su sondaggi telefonici che hanno interrogato un campione rappresentativo di italiani sulle loro abitudini di consumo.
Metodologia da rivedere
“Una metodologia che ci ha sempre lasciato perplessi”, ha commentato Pietro Luppi dell’Osservatorio del Riutilizzo, “perché si basa su proiezioni speculative esclusivamente fondate sulle dichiarazioni di consumo, portando a risultati ed ordini di dimensione che a noi non tornano e non sono mai tornati. Togliendo i circa 11 miliardi euro attribuiti ad auto, moto e furgoni, rimarrebbero circa 16 miliardi di euro di oggetti per la casa, abbigliamento, accessori, libri, articoli informatici di elettronica, e altri beni di consumo. Ipotizzando un valore approssimativo di 3 euro al kg, che è grossomodo quello che risulta dalle nostre analisi merceologiche sull’usato, risulterebbero quasi 5 milioni di tonnellate e mezzo di beni riutilizzati. Ciò equivale a un tasso di riutilizzo di circa 90 kg annui ad abitante, che, come sanno tutti gli addetti del settore ambiente, non è un volume credibile”.
“Giusto per dare un punto riferimento, l’Agenzia Europea per l’Ambiente, basandosi sulle dichiarazioni dei governi, ha quantificato in 15 kg ad abitante la media europea di riutilizzo escludendo i veicoli, ma circa il 40% di questo volume è costituito dal riuso degli scarti di costruzione e demolizione in ambito edilizio. Questo significa che, se Doxa e Subito avessero ragione, l’Italia senza saperlo starebbe decuplicando la media europea. Ma non intendiamo fare una guerra dei numeri. L’ideale sarebbe mettere in comune dati e competenze per avvicinarci il più possibile alla verità. Abbiamo avuto uno scambio costruttivo di email con Subito, non è escluso che nasca un dialogo tecnico per allineare le metodologie”.
Online e Offline
E cosa dire del presunto sorpasso dell’online sull’offline?
Secondo Alessandro Giuliani, patron di Leotron, si tratta di una falsa questione. “Online e offline sono solo due sbocchi diversi di un’attività di raccolta e selezione che nella maggior parte dei casi è realizzata da operatori dell’usato professionisti. Gli addetti del riutilizzo in Italia sono 100.000, e la maggior parte di loro ha appreso a utilizzare Subito e altre piattaforme per massimizzare le proprie vendite. Spesso gli acquirenti che fanno ricorso alle piattaforme online immaginano di comprare da un privato cittadino, ma in buona parte dei casi, anche se non lo sanno, stanno interagendo con un professionista. Nella nostra esperienza, per gli operatori dell’usato, la formula più efficace è quella ibrida, che è poi quella sulla quale sta virando la Cina, che è di gran lunga il più grande mercato dell’usato online: utilizzare l’online come vetrina, puntando a portare i clienti in magazzini e negozi fisici, perché possano toccare e vedere in presenza gli oggetti trovati online, e magari, una volta che sono lì, acquistare anche altri oggetti”.
“Osserviamo con grande interesse le performance di Subito e delle analoghe piattaforme online, sperando che riescano a rimanere in piedi nei prossimi anni. Di fatti un loro improvviso collasso porterebbe gravi problemi alle migliaia di operatori dell’usato che ormai vi fanno affidamento. Si tratta soprattutto di operatori informali, o titolari di piccoli negozi e botteghe”.
Le piattaforme si sostengono economicamente?
Nel 2023, a quanto risulta dall’ultimo bilancio depositato in Camera di Commercio, Subito ha perso ben 18 milioni di euro. L’anno precedente, il 2022, di milioni ne aveva persi 15. Andando a ritroso con i bilanci fino ad arrivare al 2013, quando Subito era agli inizi, si scopre che l’attivo non c’è mai stato: la perdita economica sembra quindi essere uno stato strutturale. Dai 355.000 euro persi nel 2013 Subito è crollato a 8 milioni di euro di perdita nel 2014, 10 milioni e mezzo nel 2015 e ben 13 milioni nel 2016. La situazione sembrava in via di miglioramento nel 2017 (7 milioni di perdita) e poi nel 2018 (“solo” 2 milioni), ma a partire dal 2019 il trend ha ricominciato a peggiorare fino ad arrivare alle perdite record riportate dagli ultimi bilanci.
Com'è possibile che un'azienda riesca ad esprimersi con successo sul mercato, nonostante i preoccupanti dati economici esposti nei bilanci? Qualche spunto arriva dalla relazione di gestione dove il CEO Giuseppe Pasceri rimarca che la concorrenza è sempre più forte: il mercato online del second-hand, dichiara il manager, ha continuato ad avere sollecitazioni forti da nuovi attori e dal consolidamento di concorrenti già presenti. Ebay, in particolare, è diventato più attivo nel second-hand. Wallapop, invece, nonostante i grandi investimenti, non sarebbe riuscita a penetrare il mercato grazie alla presenza di Subito e ai risultati di Vinted. Nel 2019, sempre giustificando un bilancio in perdita, il CEO di Subito si lamentava dell’avvento dei marketplace di facebook. Nel 2023 la piattaforma dichiarava invece di aver sofferto della contrazione del mercato immobiliare, con la conseguente riduzione dell’annuncistica di immobili sulla piattaforma). Nella sua relazione di bilancio, però, il CEO annuncia trionfalmente che dal 2022 al 2023 il valore della produzione è salito ben del 25%, passando da 51 milioni di euro a 67 milioni, ed è in base a questo tipo di indicatori, probabilmente, che i fondi di investimento continuano a finanziare le piattaforme.
Su invito di Subito la redazione di Leotron è andata ad analizzare anche le performance di Adevinta, la multinazionale olandese del marketplace che controlla Subito, e che nel suo report 2023 annuncia importanti dati di crescita: i ricavi, che sono cresciuti del 14% in un solo anno, superano 1 miliardo e ottocento milioni di euro, e ciò a fronte di un EBIDTA di 651 milioni di euro. “Molti analisti finanziari usano questo indice per valutare la capacità operativa di un’azienda di generare reddito”, commenta Alessandro Giuliani, “perché rappresenta la differenza secca tra ricavi e costi operativi, senza tenere conto di tasse, interessi e ammortamenti; questi però hanno un grande peso sui bilanci societari. Personalmente, se fossi un investitore, non mi affiderei esclusivamente a questo indice per mettere in gioco il mio denaro”.
Leotron ha analizzato anche le performance di Vinted, piattaforma online che opera dalla Lituania, che ha dichiarato di aver ottenuto nel 2023 un profitto di quasi 18 milioni di euro a fronte dei 20 milioni di euro di perdita del 2022. “Si tratta di un segnale interessante”, dice Alessandro Giuliani. “Dobbiamo però verificare se si tratta di una tendenza o di una semplice fluttuazione. Pur avendo ricevuto oltre mezzo miliardo di investimenti nei 10 anni precedenti, prima del 2023 la compagnia non era mai riuscita a registrare un attivo. Stiamo aspettando di vedere i risultati del 2024”.
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