La lunga strada verso il Diritto alla Riparazione
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La lunga strada verso il Diritto alla Riparazione

Giovedì 13 Aprile 2023

Redazionale

Il 22 marzo 2023 l’Unione Europea ha prodotto una proposta che rappresenta un passo concreto verso il Diritto alla Riparazione, un principio già enunciato con il Pacchetto dell’Economia Circolare del 2018 e del quale si è discusso in specifici workshop nel 2020, 2021 e 2022 (https://commission.europa.eu/law/law-topic/consumer-protection-law/consumer-contract-law/rules-promoting-repair-goods_en).

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La parte centrale della proposta UE è uno specifico emendamento alla direttiva 2019/771 che regola la vendita di beni e prodotti fissando, tra le altre cose, le condizioni di garanzia ai consumatori. L’emendamento stabilisce che in presenza di un’inconformità di prodotto le case produttrici dovrebbero dare priorità a soluzioni di riparazione, sempre e quando siano meno costose o ugualmente costose che la sostituzione del bene inconforme con un bene nuovo. La riparazione, secondo l’emendamento proposto, dovrebbe essere offerta ai consumatori gratis oppure in cambio di una contropartita economica. I beni inclusi nel provvedimento sono per ora solo lavatrici domestiche, lavastoviglie domestiche, frigoriferi e aspirapolveri, ma l’Unione Europea promette che la lista dei prodotti sarà incrementata nei prossimi anni (a partire da smartphone e tablet).




Right to Repair Europe Coalition, movimento ecologista e di consumatori che promuove la riparazione in Europa, ha però sottolineato che la proposta dell’UE non aggredisce quello che è il principale inibitore della riparazione, ossia il costo della stessa a carico dei consumatori o delle aziende, e non indica alcuna pratica obbligatoria (se non relativamente ad alcuni prodotti di ecodesign progettati appositamente per essere riparabili, ma senza specifiche che rendano realmente vincolante tale obbligo). Tutto si riduce, nella sostanza dei fatti, a un suggerimento di principio.

Il movimento riconosce comunque la positiva concretezza di alcuni punti specifici della proposta, come ad esempio l’obbligo da parte di ogni Stato membro di creare una piattaforma nazionale che registri le attività di riparazione, refurbishing ed acquisto di prodotti difettati per il refurbishing, con il fine di facilitare il contatto dei consumatori con queste realtà e di favorire anche le relazioni business to business. Un altro piccolo passo avanti, ottenuto su pressione dei consumatori, è la proposta di realizzazione di un’ “European Repair Information Form” che metta a disposizione dei consumatori informazioni tecniche e di prezzo su ogni tipo di riparazione. Tutte misure, afferma la UE, mirate a generare un quadro di mercato più competitivo per l’allungamento della vita dei beni, laddove a far levitare i prezzi, a volte, è proprio l’assenza di informazioni relative a chi offre i servizi e a che prezzi.




La Commissione Europea ha comunque già annunciato prossimi round di negoziazione, che abborderanno il tema a partire dal Regolamento sull’Ecodesign per i Prodotti Sostenibili e dalla Direttiva sul potere dei consumatori per la transizione ecologica (lo scorso 30 marzo la Direzione Generale Energia della UE ha pubblicato il piano di lavoro 2022-2024 su Ecodisegn ed Energy Labelling).

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