Intervista alle "green influencer" Elisa e Ottavia
Il mondo dei social media è carico solamente di messaggi sbagliati? Abbiamo già parlato del preoccupante impatto della fast fashion raccontata nelle piattaforme digital, ma per fortuna esistono tanti altri mondi oltre a questo. A parlarcene sono Elisa di @eco.narratrice e Ottavia di @sfusitalia, due “green influencer” che hanno deciso di non concentrarsi sugli oggetti “usa e getta”, ma che sfruttano la potenza dei social media per veicolare messaggi importanti incentrati sulla sostenibilità, l’attenzione all’ambiente e alla società. Elisa è una green content creator che, dopo aver scritto diversi libri e girato numerosi documentari sulle tematiche ambientali, attualmente si occupa anche di creare contenuti testuali e multimediali sul web. Ottavia ha invece creato Sfusitalia, un motore di ricerca dei negozi sfusi e zero waste in Italia. Le abbiamo intervistate per capire cosa significhi essere un’influencer green e come sia possibile sensibilizzare il mondo del web su tematiche sostenibili per migliorare la salute dell’ambiente e la qualità della vita di chi lo abita.
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Ciao Elisa e Ottavia! Raccontateci qualcosa di voi e di come vi siete avvicinate al mondo della sostenibilità.
Elisa: Io nasco sensibile alle tematiche ambientali, probabilmente per il fatto che i miei genitori mi hanno portata a camminare nella natura da sempre. E la bellezza della natura mi è entrata dentro, tanto da rendere imprescindibile per me volerla vivere più tempo possibile e tutelare. Il mio lavoro è sempre stato incentrato sul fare comunicazione ambientale o comunicare la bellezza attraverso i documentari.
Ottavia: Il mio percorso di sostenibilità è iniziato una decina di anni fa quando mi sono trasferita in Australia e ho scoperto la Permacultura, un sistema di progettazione molto all’avanguardia. Tanto ha fatto anche mia madre, la quale si è avvicinata al mondo della permacultura, dell’agricoltura rigenerativa e del veganesimo. Questo mondo mi ha dato un nuovo paio di occhi per studiare e analizzare come poter creare un impatto positivo di lungo termine.
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Potremmo dire che rientrate nel mondo delle "eco-influencer", com’è nata l’idea di parlare di temi green sui social media?
Elisa: Ogni volta che mi chiedono cosa faccio di lavoro mi viene da ridere a rispondere “green influencer”, ma di fatto è il modo più chiaro per spiegare come mi guadagno da vivere da un anno a questa parte. Non pensavo sarebbe mai potuto diventare un lavoro, dopo aver pubblicato tanti libri e avere realizzato numerosi documentari. L’idea è nata grazie al primo lockdown e alla spinta che mi ha dato il mio compagno: avevo perso tutti i miei lavori, non potevo più andare in giro a presentare i miei libri e mi sono messa così a creare contenuti sempre più di qualità su Instagram.
Ottavia: L’idea di lanciare i canali social di Sfusitalia è nata dalla necessità di raggiungere quante più persone possibili e proporre alternative realmente sostenibili per ridurre la propria produzione di rifiuti. Più che eco-influencer mi definirei una “consigliera onesta”, sia perché non promuoviamo qualsiasi brand che ci contatta, sia perché il termine “influencer” è legato a brand molto poco sostenibili.
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Qual è il vostro rapporto con il second hand?
Elisa: Il mio sogno è poter acquistare tutto di seconda mano o ricondizionato. La realtà è molto diversa. Acquisto sempre meno e sempre di più cerco di comprarlo usato. Il vero problema il più delle volte è la fretta. La fretta di possedere qualcosa, che mi impedisce di avere la pazienza di cercarlo in maniera non convenzionale nel mondo dell’usato. In generale mi piace tanto sostenere gli artigiani e le artigiane italiane.
Ottavia: Da quando ho scoperto i negozi dell’usato dieci anni fa penso di aver acquistato il 95% dei prodotti di seconda mano. Dai mobili per casa ai vestiti ma anche oggetti come lo zaino da trekking. Una componente per me importante è il divertimento, comprare usato è divertente perché non sai mai quello che ti aspetta.
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Sui social media vengono pubblicate ogni giorno valanghe di contenuti incentrati sulla fast fashion come, ad esempio, gli unboxing girati dagli influencer di moda per i brand del momento. Quali sono invece le tematiche di cui parlate voi?
Elisa: Siccome non mi piace parlare di cose di cui non ho una seria competenza io cerco di restare sui miei temi: rifiuti, autoproduzione, cosmetici e detersivi. Ogni tanto approfondisco altre tematiche più ampie, legate al mondo della sostenibilità, ma sempre coi piedi di piombo, perché non mi interessa fare copia e incolla: cerco di proporre un lavoro di tipo giornalistico, con fonti e dati attendibili.
Ottavia: Solitamente gli influencer promuovono il consumo costante. Noi di Sfusitalia invece promuoviamo il consumo consapevole e razionale, sottolineando che nulla è più sostenibile di ciò che è già in circolo. In generale puntiamo a comunicare come sia possibile poter ridurre il proprio impatto quotidiano con piccoli consigli, dalla spesa allo shopping.
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I social media sono uno strumento molto potente, se ben utilizzati possono influenzare i pensieri e le azioni di tante altre persone. Voi come li sfruttate? Che tipologia di contenuti create?
Elisa: In questo paio di anni in cui dedico tanto tempo alla creazione di contenuti social mi rendo conto di quanto posso effettivamente ispirare una moltitudine di persone a modificare il proprio stile di vita. Al momento tutti i vari social spingono tantissimo sui video brevi, che sono quelli che sto producendo in questi mesi. Mi manca molto la scrittura purtroppo.
Ottavia: I social di Sfusitalia vengono usati per raggiungere quante più persone possibili al fine di mostrare che non è poi così difficile ridurre il proprio impatto ambientale. Vogliamo far conoscere delle alternative concrete e delle soluzioni immediate alla moltitudine di crisi innescate negli ultimi decenni. Dare l’esempio per noi è un passo cruciale al fine di “normalizzare” alcuni stili di vita.
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Qual è il riscontro del pubblico? Quali sono le generazioni più interessate al benessere dell’ambiente?
Elisa: Molte persone mi scrivono che grazie a me stanno scoprendo nuovi mondi e cominciano a impattare meno sull’ambiente. Questo mi dà la carica e la motivazione per continuare. Credo la fascia 25-35 sia quella più interessata ai temi ambientali e che utilizza i social anche come strumenti per informarsi!
Ottavia: Altalenante ma in generale positivo. Ci sono molte persone recettive che ci seguono, scrivono e chiedono consigli su varie tematiche. Sicuramente le generazioni tra i 20 e i 35 anni sono quelle più attratte e coinvolte da questo mondo.
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Ultima domanda, che consiglio dareste a tutti coloro che desiderano usare i social per creare un mondo più eco-friendly?
Elisa: Leggere, studiare, informarsi in continuazione. Scegliere le fonti corrette e solo a quel punto proporre dei contenuti. Non si fa green influencing con il copia e incolla e con le verità assolute. Occorre mettersi in discussione e mettere in discussione ogni apparente certezza!
Ottavia: Nell’ultimo anno sono nate molte pagine Instagram che puntano a diffondere tematiche green. Purtroppo però spesso non c’è una formazione adeguata e completa per dare indicazioni precise e puntuali con la conseguente diffusione di disinformazione. Abbiamo bisogno di meno contenuti social e più precisi. Il mio consiglio è quello di non fare un copia e incolla di altri contenuti perché l’ecologia è, giustamente, complessa e altrettanto complesse devono essere le soluzioni e le informazioni che diamo.