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Second Hand Economy: i risultati dell’ultima indagine Doxa

Lunedì 07 Gennaio 2019

Chi ancora considera il mercato dell’usato un girone di serie B dell’economia non ha capito nulla. Stiamo parlando, infatti, di un pezzo sempre più strutturale del nostro quotidiano, come consumatori, e di un segmento che non conosce la parola crisi, come aziende. Quello dell’usato infatti non è più un trend, è un mercato parallelo che continua a crescere. Sale all’aumentare della consapevolezza: non a caso negli ultimi tre anni il volume d’affari di questo settore è aumentato in modo costante. L’acquisto e la vendita nell’usato quindi, sono usciti dal limbo dei comportamenti di una minoranza e sono diventati stili di vita, approcci sul mercato, scelte di gusto. Cos’è che ci dimostra quanto appena affermato? I numeri della quarta edizione dell’Osservatorio 2017 Second Hand Economy condotto da Doxa.

second-hand-economy 

Le principali evidenze dell'Osservatorio 2017 


I dati analizzati da Doxa ci mostrano un quadro preciso della situazione attuale nel settore dell’usato in Italia. Prima di tutto il fatto che questo mercato è cresciuto dell’11% sul 2016, portando il valore dell’economia dell’usato a 21 miliardi di euro, pari all’1,2% del PIL italiano. Il motivo principale che ha favorito questo sviluppo è un approccio ai consumi smart e innovativo, che vede le persone sempre più protagoniste delle proprie scelte, tanto che negli ultimi 3 anni il volume d’affari dell’usato è aumentato in modo costante.

“La second hand è oggi un vero e proprio state of mind integrato perfettamente nelle abitudini di consumo e di vita delle persone, in grado di rappresentare valori ed esigenze di una generazione dinamica e consapevole in crescita nel nostro Paese – ha spiegato Melany Libraro, Ceo di Schibsted Italy – penso in particolare ai Millennials, più attivi nella compravendita dell’usato rispetto alla media della popolazione, per cui ciò che guida la scelta è l’oggetto in sé, nuovo o usato poco importa. Oltre che nativi digitali, potremmo definirli nativi second hand.”

Quali sono le principali evidenze dell’ultimo Osservatorio Second Hand Economy nell’ambito dei mercatini dell’usato?

  • Il 48% degli italiani ha comprato e/o venduto usato nel 2017.
  • I Millennials sono i più attivi nella media della popolazione (59% vs 48%). 
  • I settori più importanti in termini di valore sono Motori (€ 15 mld), seguiti da Casa&Persona (€ 3,6 mld) e Elettronica (€ 1,3 mld).
  • Le regioni più attive che guidano la Second Hand in Italia sono la Lombardia al primo posto (€ 3,4 mld), seguita da Toscana (€ 2,8 mld) ed Emilia Romagna (€ 2,3 mld). Al quarto posto la Sicilia, prima regione del Sud (€ 1,5 mld).
  • Gli asset valoriali della Second Hand sono: scelta consapevole (53%), guadagno e risparmio (54%), e libertà (42%).




I valori che guidano il mercato dell’usato  


L’aspetto più interessante dell’Osservatorio sulla Second Hand Economy è quello valoriale, che ha un ruolo centrale nelle decisioni dei consumatori. Secondo i numeri forniti da Doxa, la compravendita di usato è al 4° posto tra i comportamenti sostenibili più diffusi, subito dopo la raccolta differenziata (93%), l’acquisto di lampadine a LED (75%) e prodotti a km 0 (56%). Questo ci dimostra che oggi le persone sono ben disposte a fare scelte ecologiche consapevoli e coerenti con i principi che guidano il proprio stile di vita.

Nello specifico, le motivazioni che spingono a comprare usato sono:

  • fare un buon affare in termini economici, garantendo un risparmio notevole (70%)
  • trovare pezzi unici, d’antiquariato o non più in commercio (35%)
  • conquistare l’oggetto dei desideri perfetto per le proprie necessità passioni (10%)  


Le ragioni che guidano la vendita invece sono:

  • voglia di leggerezza e decluttering per liberarsi del superfluo (55%)
  • possibilità di comprare altri oggetti nuovi o usati (21%)
  • ricavare un guadagno (19%)  


Che cosa emerge da queste tendenze? L’identikit del cittadino italiano che compra e vende oggetti usati: molto attento alla sostenibilità ambientale che cerca di favorire attraverso il riutilizzo (66%), legato affettivamente agli oggetti a cui attribuisce la possibilità di una seconda vita (60%) e che non rinuncia ad acquistare oggetti altrimenti costosi a un prezzo conveniente (58%). Scenario ancora più forte tra le nuove generazioni dei Millennials, grandi utilizzatori di second hand e le cui percentuali di questi trend crescono ulteriormente con 71% per il primo driver e 67% per il secondo, integrando un terzo elemento motivazionale legato alla normalità di mixare nuovo e usato per gli acquisti (57%).




Le prospettive dell’usato in Italia 


Il circolo virtuoso dell’economia circolare permette agli oggetti di vivere una seconda vita dopo il primo utilizzo. Che cosa succede alle cose che vengono reimmesse nel mercato? Anche in questo caso Doxa ci fornisce dei numeri interessanti che ci fanno capire come si “muovono” i beni prima di essere consumati del tutto:

  • Nel 48% dei casi il bene viene salvato dalla discarica e usato dal suo nuovo proprietario fino ad essere consumato.
  • Nel 26% viene collezionato e conservato.
  • Nel 15% viene regalato a una “terza vita” quando non più utile.
  • Nell’11% viene rivenduto. 


Per quanto riguarda invece i guadagni generati dalla vendita di oggetti usati il 40% degli italiani li mette a disposizione dell’economia domestica, il 25% li utilizza per altri acquisti nella stessa categoria di prodotto ma più recente, ad esempio il modello successivo, e il 19% per un oggetto usato della stessa categoria o di altre, infine il 16% per un oggetto nuovo.

Grazie allo studio condotto da Doxa, possiamo quindi affermare con certezza che i 3 anni in crescita appena trascorsi saranno un volano per un’ulteriore evoluzione in positivo dell’economia dell’usato, che per il 75% è destinata a crescere ancora nei prossimi 5 anni. Questa percezione nasce prima di tutto dalla sua capacità di essere un mezzo valido per risparmiare, una scelta sempre più ecologica e sostenibile, ma anche distintiva e smart, oltre a rendere i consumi accessibili a più persone e trasformarsi in un canale di acquisto tra gli altri, normalizzando completamente questa modalità.

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