Cellulari, i big entrano nel settore dell’usato
Redazionale
Oltre 5 miliardi di cellulari, in tutto il mondo, giacciono attualmente inutilizzati nelle case e negli uffici. Le case produttrici stanno puntando a questa enorme miniera per costruire una filiera dei cellulari più circolare e basata su riuso, refurbishing e riciclo.
Lo scorso 27 giugno dodici colossi del settore (BT Group, Globe Telecom, GO Malta, Iliad, KDDI, NOS, Orange, Proximus, Safaricom, Singtel, Tele2 e Telefónica) hanno firmato un accordo a obiettivi graduali il cui contenuto è stato sviluppato in seno a GSMA, associazione di categoria internazionale dell’industria dei cellulari. In sintesi questi dodici operatori, ai quali potrebbero sommarsene altri, si stanno impegnando a:
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Incrementare il take back (“rottamazione”) dei cellulari usati, mettendo in piedi schemi di logistica inversa. L’obiettivo è intercettare entro il 2030 almeno un 20% dei cellulari usati dai clienti;
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Evitare che i cellulari raccolti mediante gli schemi di logistica inversa vengano smaltiti in discarica o inceneriti. L’obiettivo è che entro il 2030 il 100% dei cellulari raccolti con il take back venga effettivamente riutilizzato, riparato o riciclato.
John Giusti, Direttore dell’ufficio normative di GSMA, ha dichiarato in una nota apparsa sul sito istituzionale dell’organizzazione che “la maggioranza degli operatori del settore, attivi in tutto il mondo, stanno già implementando azioni concrete per ridurre rapidamente il loro impatto ambientale entro il prossimo decennio”. Philippe Lucas, esponente della francese Orange, ha sottolineato che iniziative di mercato di questo livello sono possibili solo quando le case produttrici agiscono in modo collettivo. Erik Wottrich, della svedese Tele2, ha chiarito che “la quantità crescente di e-waste rappresenta non solo una sfida ambientale per il settore ma anche un’imponente perdita di potenziali guadagni”.
Secondo le stime di GSMA i 5 miliardi di cellulari oggi inutilizzati, se fossero opportunamente riciclati, permetterebbero di recuperare 8 miliardi di dollari tra oro, palladio, argento, rame e terre rare, e sufficiente cobalto per produrre 10 milioni di batterie per automobili elettriche.