Retrofitting, la soluzione che l’Europa cercava
Retrofitting è una parola da ficcarsi bene in testa, perché nei prossimi anni, sempre di più, farà parte della nostra vita quotidiana. Chi si occupa professionalmente di riutilizzo, a maggior ragione, dovrà prendere familiarità con questo termine. Parente stretto di Refitting, parola utilizzata soprattutto in ambiente nautico per descrivere il lavoro di ristrutturazione ed aggiornamento tecnologico delle imbarcazioni, il Retrofitting è entrato a pieno titolo nel lessico europeo dell’Economia Circolare lo scorso 9 settembre, quando il Parlamento Europeo ha approvato uno specifico emendamento al nuovo Regolamento sui Veicoli a Fine Vita che chiede agli Stati Membri di fare del loro meglio per promuovere questa pratica al fine di prolungare il più possibile la vita utile di automobili, camion, furgoni e ciclomotori.
Il dizionario Treccani ha già inserito il Retrofitting nella lista dei neologismi entrati ufficialmente a far parte della lingua italiana:
retrofitting
Il Retrofitting rappresenta la soluzione finale di un dilemma storico, che negli ultimi decenni ha acceso innumerevoli dibattiti e conflitti nei tavoli di concertazione istituzionale dedicati al settore automotive. È più ecologico comprare una macchina usata, evitando l’estrazione di nuove risorse e l’inquinamento provocato da nuovi processi industriali, o comprare una macchina nuova dotata di tecnologie ambientalmente ed energeticamente più efficienti? Gli Euro da 0 a 6 sono davvero classi ambientali imposte a fini ecologici, o sono un trucco dei governi europei per sostenere l’industria automobilistica obbligando i proprietari dei veicoli a disfarsi di quelli vecchi per comprarne di nuovi? Difficile districarsi nella girandola dialettica delle associazioni di categoria dei consumatori, dei rivenditori e delle case produttrici, ognuno con le proprie campagne mediatiche mirate a tirar acqua al proprio mulino.e
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo, e l’Europa per salvare capra (allungamento della vita del veicolo) e cavoli (le nuove tecnologie ambientalmente preferibili) ha preso la decisione salomonica del Retrofitting. Perché sostituire telai, carrozzerie, accessori, componentistica ed interni, quando a produrre il beneficio ambientale è sufficiente il mero cambiamento di una parte dell’impianto?
Ma mettere in campo interventi del genere, si chiederanno in molti, sarà davvero conveniente?
Se non lo è dovrà esserlo, secondo la filosofia del Regolamento. Il problema è interamente spostato sui fabbricanti delle automobili, che in ottica di Ecodesign dovranno costruire modelli facilmente smontabili dotati di componentistica sostituibile, e sugli Stati Membri, che dovranno inventarsi il modo di incentivare questa pratica con efficacia.
La riforma ecologica è in atto, e dopo l’automotive il Retrofitting potrebbe diventare una pratica all’ordine del giorno anche per elettrodomestici e altri prodotti tecnologici.
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