ReFashion Week a New York, la moda può essere sostenibile
Ospitata da donateNYC e dalla Sanitation Foundation, dal 2 all’8 aprile 2022 a New York City si è tenuta la quarta edizione della ReFashion Week. La città più vibrante ed eclettica del mondo è stata animata da giornate ricche di eventi, workshop e sfilate progettate con l’intento di sensibilizzare la popolazione, ridurre gli sprechi tessili e reinventare l’industria della moda che è tra le più costose e inquinanti del pianeta. La ReFashion Week ha come obiettivo quello di costruire un mondo in cui lo stile e la sostenibilità non si escludano a vicenda ma, al contrario, vadano di pari passo.
ReFashion Week ha avuto come partner in primis donateNYC, un programma del Dipartimento dei servizi igienico-sanitari di NY che aiuta i newyorkesi attraverso strumenti che gli permettano di donare e riutilizzare beni per ridurre gli sprechi e risparmiare denaro, risorse ed energia. Coinvolta nell’evento è stata anche la Sanitation Foundation, un’organizzazione ufficiale senza scopo di lucro che sfrutta strategie assolutamente non convenzionali per promuovere la sostenibilità e i servizi essenziali.
Durante le giornate della ReFashion Week sono stati organizzati eventi, workshop, mercatini dell’usato, tour virtuali, opere d’arte, installazioni, sfilate, ma anche tavole rotonde con designer, influencer ed esperti che si sono concentrati sul tema della sostenibilità. Trattandosi di una settimana della moda, non sono certo mancati gli stilisti, i quali hanno creato delle collezioni davvero inusuali e innovative, assemblando capi con materiali riciclati a seconda del proprio estro e immaginando nuovi stili per inviare un messaggio ben preciso: il settore della moda ha davanti a sé tantissime possibilità e per questo motivo deve necessariamente evolvere. Tra i giudici chiamati a decidere quale designer o stilista rappresentasse al meglio con la sua collezione il connubio tra moda e sostenibilità, sono intervenuti personaggi di spicco nelle tematiche ambientali.
Ogni anno a New York vengono portate in discarica 200.000 tonnellate di rifiuti tessili, corrispondenti a quasi 900 Statue della Libertà e 13.5 Ponti di Brooklyn. Se questi tessuti venissero riutilizzati, si ridurrebbero le emissioni di gas serra di 1.231.917 tonnellate e si risparmierebbero 9.707.680 milioni di BTU di energia.
Anche le Nazioni Unite hanno sottolineato l’importanza della ReFashion Week. È stata proprio la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo a dichiarare che l’industria della moda è la seconda più inquinante al mondo. Basti soltanto pensare che ogni anno utilizza 93 miliardi di metri cubi d’acqua, i quali basterebbero per soddisfare il fabbisogno di acqua di 5 milioni di persone. L’obiettivo della ReFashion Week è quello di creare maggiore consapevolezza sull’impatto ambientale e invitare le persone ad assumere uno stile di vita più sostenibile e consapevole. Molti degli stilisti partecipanti sono stati a loro volta educati al riutilizzo, spesso da membri della famiglia che cercavano pezzi unici nei mercatini vintage. Sono proprio questi stilisti a battersi contro l’idea che la moda sia costosa e spietata. La moda può essere anche molto altro, può essere gentile e rispettosa.
Ma se questa iniziativa ha riscosso tanto successo negli States, perché non replicarla anche in Italia? Il nostro Paese può già essere pronto a sostenere un progetto simile. D’altronde, sostenibilità ed estetica sono i capisaldi del New European Bauhaus, il programma comunitario che conta su più di 500 milioni di euro per guidare i cittadini verso canoni di bellezza funzionali agli obiettivi ambientali e di inclusione. È stata l’Unione Europea, lo scorso 30 marzo, a lanciare l’iniziativa #ReFashionNow per orientare le scelte della moda verso frontiere sostenibili e ambientali.
Anche alla Milano Fashion Week 2022 sono stati presentati dei progetti sostenibili. Questi sono apparsi, nello specifico, all’ADI Design Museum nell’area dedicata “Designers for the Planet”. Qui sono stati riuniti dei brand emergenti del Made in Italy con una filosofia improntata alla sostenibilità. Oltre a questo angolo, sono state numerose le collezioni sostenibili apparse a Milano durante la settimana della moda.
E ancora, dal 18 al 24 aprile 2022 in Italia è stata organizzata la Fashion Revolution Week, istituita in memoria del crollo del Rana Plaza di Savar, in Bangladesh, quando un edificio di ben otto piani crollò con all’interno una fabbrica tessile per marchi internazionali piena di operai. Gli ispettori, il giorno prima del crollo, avevano ravvisato delle crepe nell’edificio e avevano richiesto l’evacuazione delle attività presenti al suo interno. Questa richiesta fu ignorata dai proprietari delle fabbriche tessili e ciò provocò migliaia di morti e feriti. Il periodo in cui viene organizzata la Fashion Revolution Week non a caso comprende il 24 aprile, giorno di quel 2013 in cui avvenne il disastro. Il suo obiettivo è quello di sensibilizzare l’intera popolazione sull’importanza di rispettare l’ambiente, nonché la salute e i diritti dei lavoratori dell’industria tessile.
Simili iniziative dovrebbero essere rivolte in particolar modo alle nuove generazioni. Queste ultime sono notevolmente influenzate dalla fast fashion raccontata sui social media da brand che sfruttano un marketing aggressivo. Tuttavia, una simile tendenza può essere contrastata attraverso attività che mirino a far acquisire una maggiore consapevolezza verso la sostenibilità e l’ambiente. Non a caso nella ReFashion Week sono stati coinvolti influencer e personaggi del web, i più indicati a parlare ai giovani di quanto siano importanti le scelte di oggi per un miglior domani.