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Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021

Martedì 06 Luglio 2021

Dal 2010 il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo rappresenta un punto di riferimento per chi lavora e si occupa del settore dell'usato, un ambito in continua espansione. Non solo si tratta di un documento che fornisce informazioni reali sul settore ma rappresenta soprattutto un punto di partenza per incentivare nuove iniziative economiche da parte di aziende, privati, associazioni ed enti pubblici.

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Trattandosi di uno scenario mutevole e in crescita, sono molti e assai complessi i temi di cui è necessario parlare e che sono stati ricompresi all'interno del Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021. Questo è vero soprattutto dopo aver attraversato una pandemia, la quale ha inciso profondamente sull'attività di riuso posta in essere da tutti gli operatori dell'usato, dalle fiere ai mercati, dalle cooperative agli ambulanti. Unitamente, anche la crisi economica e il fattore sostenibilità hanno spinto gli italiani a un incoraggiante cambio delle proprie abitudini.

L'obiettivo del Rapporto è quello di aiutare, attraverso studi su dati reali e casi studio, l'attuazione di attività legate al riutilizzo. Il punto di forza del Rapporto sul Riutilizzo 2021 è quello di non basarsi meramente su freddi dati, come accade di sovente in altri rapporti di settore, ma di racchiudere tutti i numeri reperiti nel settore, oltre a commenti di esperti e punti di vista.

Il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021 è stato scritto dall'Osservatorio del Riutilizzo di Occhio del Riciclone Italia ONLUS in partenariato con Labelab, società specializzata nei settori del ciclo dei rifiuti, dell'acqua e dell'energia, e Rete ONU, la Rete Nazionale degli Operatori dell'Usato. A curare concretamente la stesura del Rapporto è stato Pietro Luppi, Direttore dell'Osservatorio del Riutilizzo, che ha spiegato con le seguenti parole la grande utilità del Rapporto, ora più che negli anni precedenti: "Quest'anno il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo è particolarmente importante perché si prefigurano importantissimi cambiamenti nel settore in seguito a importanti input di mercato, come nel caso degli indumenti usati, ma soprattutto ad opera dei fortissimi input normativi che sono arrivati con il pacchetto dell'Economia Circolare. Da una parte troviamo la Preparazione per il Riutilizzo, che rientra totalmente nella definizione di recupero, la quale fa sì che esista finalmente e in modo inequivocabile lo strumento normativo per mettere in circolazione quelle 600.000 tonnellate di beni durevoli che vengono conferiti nei rifiuti urbani in circolazione. E ovviamente, in un mercato che attualmente gestisce 500.000 tonnellate, questo ovviamente ha un impatto dirompente. Troviamo poi la Responsabilità Estesa del Produttore, sulla quale si sta ragionando tantissimo e che implicherà la costruzione di cabine di regia governate dai produttori dei beni nuovi che dovranno curare in qualche modo le filiere di recupero finanziandole e organizzandole. Entra quindi nel mercato un nuovo player a gamba tesa e questo, già di per sé, fa capire quanto potrebbe essere diverso il settore dell'usato in un prossimo futuro e quanto siano importanti strumenti come il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo che danno quadro completo della situazione e offrono a chi prende le decisioni o chi si vuole orientare in questo mercato la possibilità di avere informazioni di contesto. Non è un rapporto fatto di slogan, di cifre rotonde che servono a promuovere qualcosa per qualcuno, ma è un rapporto destinato a chi vuole approfondire con dati che provengono da varie fonti e con gli strumenti, forniti dagli esperti, per interpretarli".




Il Rapporto sul Riutilizzo 2021 è denso di argomenti. Nel primo capitolo viene proposta una panoramica generale sui numeri e sulle tendenze che caratterizzano il settore dell'usato.

Nel secondo capitolo vengono affrontati gli aspetti normativi e burocratici, con un focus particolare sulle innovazioni che non riguardano solamente la questione ambientale ma coinvolgono anche settori come la cultura, il commercio e la fiscalità parlando di temi estremamente attuali come, ad esempio, la Responsabilità Estesa del Produttore.

Si continua con il terzo capitolo nel quale si affronta una tematica aspramente dibattuta che è quella degli indumenti usati, offrendo una veduta del mercato in questione, delle tendenze dei professionisti coinvolti e delle nuove abitudini dei consumatori.

Nel quarto capitolo si affronta il tema dei Centri di Riuso e del loro rapporto con le filiere di Preparazione per il Riutilizzo.

Procedendo, il quinto capitolo porta l'attenzione sul modello di riutilizzo territoriale che è stato sviluppato da Occhio del Riciclone Italia ONLUS insieme a Contarina SPA, società in house providing che si occupa della gestione dei rifiuti nei 49 Comuni aderenti al Consiglio di Bacino Priula.

Il sesto capitolo affronta una tematica da sempre legata al mondo dell'usato, ossia gli interventi di solidarietà e inclusione sociale, per poi concludere con il settimo capitolo all'interno del quale è stato studiato l'impatto che ha avuto il periodo pandemico (con annessi lockdown) sul settore in questione e su come gli operatori hanno fronteggiato le difficoltà emerse.



All'interno del Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021 vengono sviscerati alcuni dei temi più caldi e dibattuti del momento sui quali abbiamo ottenuto un commento diretto da parte di Pietro Luppi, che ha gentilmente risposto ad alcune nostre domande.

  • Pietro, in che misura sta crescendo il mercato dell'usato? Includendo in questo studio anche i negozi dell'usato in conto terzi e gli ambulanti generalisti, categorie spesso esposte ad avversità di diversa natura.

"Il mercato dell'usato mostra grandi capacità di adattamento e una continua crescita, passo dopo passo, ogni anno. Per quanto riguarda i negozi in conto terzi abbiamo riscontrato, in un arco di osservazione tra il 2015 e il 2019, una crescita del 17%, dato ricavato unendo dati e database forniti sia da Leotron che da Mercatino S.r.l.. Stiamo parlando di un fatturato che supera i 400 milioni di euro, i quali devono essere raddoppiati se si considera il venduto globale. Cresce anche l'usato online nello stesso arco di tempo d'osservazione con un tasso del 15% e con le imprese di annuncistica che hanno raggiunto i 230 milioni di euro di fatturato, ai quali corrisponde ovviamente un giro d'affari molto più ampio e che ammonta a qualche miliardo. Poi devono essere considerati gli ambulanti sui quali, facendo rilevazioni, non abbiamo riscontrato né segnali di espansione né di contrazione, bensì un trend di stabilità che si assesta sui 950 milioni di euro annui. I lockdown di 2020 e 2021 hanno creato paralisi in molti Comuni e Regioni d'Italia. Gli ambulanti hanno dovuto lottare per poter continuare a lavorare, con discriminazioni dovute a pregiudizi che tuttavia hanno favorito la loro aggregazione con la nascita di un'associazione importante, l'Associazione Operatori dell'Usato di Strada, la quale ha poi ha aderito a Rete ONU, sancendo così la fine delle discriminazioni. Un punto a favore per gli ambulanti derivante dal lockdown è stato quindi il livello di aggregazione che sono riusciti a raggiungere per difendere i loro diritti. Per i negozi in conto terzi, invece, è stato registrato un effetto diga, al quale è seguito uno straripamento, nel senso che consumi e investimenti paralizzati durante i mesi delle restrizioni sanitarie si sono poi concentrati nei momenti in cui le restrizioni sono finite. Nell'autunno del 2020, prima del secondo lockdown, ci sono stati record di vendita storici e si sono sbloccati gli investimenti prima paralizzati con le aperture di nuovi negozi. Chi ha vissuto nel migliore dei modi quel periodo è stato chiaramente l'online, anche se non dobbiamo ingannarci su certi dati. L'online non ha preso posizione rispetto all'offline, perché non esiste una divisione così netta. Probabilmente l'online è cresciuto anche perché molti negozi hanno deciso di ricorrere maggiormente agli strumenti digitali. Offline e Online sono realtà irrimediabilmente collegate e lo dimostrano i trend di crescita agganciati. Abbiamo infatti visto come l'offline sia cresciuto del 17% e l'online del 15%".

  • Riagganciandoci a quest'ultima considerazione legata al web, possiamo leggere ormai quotidianamente che l'online sarà l'alternativa all'offline. Come mai questo dato è da prendere con le pinze?

"Leotron in particolare, con articoli e dichiarazioni, ha dimostrato che l'online basato sull'annuncistica non è solido, ha cioè una capacità enorme di attrarre grandi investimenti internazionali ma non ha ancora trovato un punto di equilibrio e un proprio modello di business. Si può presumere che nel futuro, come in altri settori, l'online sarà più importante, ma probabilmente lo sarà in un'ottima multimodale. Gli operatori dell'usato che gestiscono fisicamente le merci, le selezionano, le assortiscono, trovano i prezzi e risolvono problemi a chi si deve disfare di grandi quantità di oggetti, si doteranno sempre più di strumenti online. Non ha quindi senso dire che l'online sarà l'alternativa all'offline, quanto piuttosto sarebbe corretto dire che le attività che oggi sono prevalentemente offline cominceranno a ricorrere sempre più agli strumenti online. Questa è la chiave di lettura. Ovviamente sull'online potrebbe esserci un dato di rimbalzo, dato che i leader di mercato producono ogni anno milioni di perdite e non è detto che potranno sostenerle ancora per molto".

A proposito della crescita dell'online, il CEO di Leotron Alessandro Giuliani ha pochi dubbi, e sull'argomento ha rilasciato una dichiarazione che è stata ripresa nell Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021: "Siamo prossimi ad un collasso del mercato del mercato dell'usato online, ovvero all'esplosione di una bolla speculativa innescata attraverso enormi finanziamenti ad aziende che hanno realizzato applicazioni online per la vendita di usato ma che non sono minimamente in grado di produrre utili. Il mercato dell'usato e` diventato un enorme tavolo da gioco dove i grandi player stanno scommettendo, speculando sulla pelle di famiglie e risparmiatori e facendo concorrenza sleale a migliaia di piccoli imprenditori".

Ma continuiamo con l'intervista a Luppi.

  • Qual è l'obiettivo del Modello di Massimizzazione del Riutilizzo su scala territoriale e come può funzionare efficacemente?

"L'obiettivo del Modello, elaborato da Occhio del Riciclone e Contarina SPA, è trovare delle formule integrate e olistiche grazie alle quali i soggetti responsabili della gestione dei rifiuti sul territorio riescano a raggiungere i massimi risultati di riutilizzo coinvolgendo gli operatori dell'usato, quindi entrando nella loro dinamica e creando interventi chirurgici calibrati e partecipati per far sì che il risultato ambientale arrivi alle stelle. Grazie a questo approccio, noi siamo convinti che si possa raggiungere, addirittura, un obiettivo di 10 kg di riutilizzo per ogni abitanti. Occorre, innanzitutto, funzionalizzare elementi che lasciati da soli potrebbero confliggere con gli obiettivi generali diventando disfunzionali, come i Centri di Riuso. Questi ultimi, che sono posizionati generalmente accanto ai centri di raccolta comunale, rischiano di scremare tutti i beni di migliore qualità e lasciare agli operatori della Preparazione per il Riutilizzo solamente i beni di pessima qualità. Ovviamente, se non si mettono in armonia queste attività, il rischio è che né i Centri di Riuso né gli impianti di Preparazione per il Riutilizzo riescano a performare come dovrebbero. È necessario trovare il modo di coinvolgere tutte le attività in una medesima logica, non in un'ottica inflessibilmente pianificatoria ma con un approccio che unisca la pianificazione alla forza spontanea del mercato. Il modello coinvolge tutti i soggetti attivi territorialmente nel riutilizzo: sgomberatori di locali, ambulanti, operatori dei mercati, negozi in conto terzi, impianti di preparazione al riutilizzo, centri di solidarietà, centri di riuso, affinché siano tutti coinvolti in un approccio organico e integrato nel modello stesso".

SCARICA E LEGGI IL RAPPORTO NAZIONALE SUL RIUTILIZZO 2021

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